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Chiesa Parrocchiale dedicata a San Biagio Vescovo e Martire

Fra le testimonianze di carattere storico/artistico lasciate dai nostri antenati abbiamo le nostre chiese che sono innanzitutto espressione di una fede religiosa semplice ma vera e profondamente radicata nelle nostre popolazioni.
L’edificio religioso più importante del paese è senz’altro la Chiesa Parrocchiale dedicata a San Biagio Vescovo e Martire (il santo tradizionalmente famoso come protettore dal mal di gola).
Non si conosce la data di costruzione, ma si pensa risalga prima del XIV°/XV° secolo (vi si trova sulla parete nord a destra dell’entrata principale una parte di affresco dal cui stile si può risalire intorno al 1400).
Tra la seconda metà del 1500 e gli inizi del 1600 (due date “1623” sono incise sull’intonaco esterno dell’abside attuale) sorse l’idea di trasformare la chiesa nello stato in cui all’incirca lo vediamo ora; venne demolita la facciata rivolta verso la montagna, abbattute le absidi ad oriente e chiusi i rispettivi archi, venne ricomposto, in maniera un po’ sommaria, il portale in pietra d’Oira nel luogo presente e fu costruita l’attuale abside ad occidente.
Interessantissimo dal punto di vista storico e artistico è l’antico portale realizzato con pietra del luogo tratta dalle cave di Oira da cui proviene pure il bellissimo ambone della Basilica di S. Giulio.
Il pregevole portale è inquadrato da colonnine di serpentino d'Oira scolpite a tortiglioni e poggianti su due leoni stilofori, che incorniciano l'affresco dipinto nella lunetta raffigurante il miracolo di San Biagio, cui è dedicata la chiesa. Anche le tre sculture, inserite nella parete esterna del portico, forse fecero parte del fregio del portale.
Il campanile risale alla stessa epoca della chiesa anche se alla base sembra più antico (resti di una torre precedente?); la cuspide fu innalzata nel 1714, ma le colonnine e i capitelli delle trifore in pietra d’Oira dimostrano una fattura molto più antica. Degno di nota è il campanone, il più grosso della Riviera, si dice, dopo quello dell’isola di S. Giulio, che venne fuso qui a Nonio nel mese di marzo del 1714.
La decorazione murale che troviamo nelle navate e nelle due grandi cappelle laterali risale a pochi anni or sono ed è opera del pittore novarese G.C. Mussi; l’affrescatura di tutto il presbitero, cioè intorno all’altare maggiore, è opera assai pregevole, di pittore sconosciuto forse di scuola valsesiana, datata 1769